010 l'altra medicina - cancro: vit. B17, laetrile - di: Francesco Nicelli
 
 
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nel testo sottostante i riferimenti alle opere rinvenute in rete
 

Vit B17 o Amigdalina  

La vitamina B17 o Amigdalina, identificata nella prima metà del 1800, si trova in diversa percentuale in tutti i semi della frutta, eccezion fatta per gli agrumi, e sotto questa veste alimentare abbiamo notizia del suo uso terapeutico fin dall’antichità. 

Le prime informazioni, che  risalgono a circa 5000 anni or sono,  sono da ricondursi all’Imperatore Cinese Shen Nung o Shennong    vissuto forse fra il 2838 e il 2698 A,c. ,  riconosciuto padre della fitoterapia cinese, al quale viene attribuito il trattato medico Ts’ao ching, nel quale raccomandava l’uso terapeutico di semi di albicocca (armelline). 
 
Abbiamo indicazioni all’uso delle mandorle amare da parte di Plinio il Vecchio, vissuto dal 23 al 79 D.C  nel suo scritto Naturalis Historia, libro 18esimo a pag. 75 (85,8 MB) 

Cento anni più tardi  Galeno  di Pergamo 129 - 199 D.C. cita il ruolo medicamentoso delle mandorle amare nel “De composizione medicamentorum secuundum locus” (22,2 MB) 

Marcellus Empiricus, quarto, quinto secolo D.C. nel suo “Liber de medicamentis”, indica in piu occasioni l’uso terapeutico delle mandorle (20,8 MB) 

Avicenna , 980-1037 D.C. , nel suo “Canonis medicinae” cita più volte le proprietà terapeutiche delle mandorle usate sotto forma di olio. (59,5 MB) 

Nel 1830 i due scienziati francesi, Pier Jean Robiquet  1780 – 1840 (138 KB) e  Antoine Francois Boutron Charlard 1796 – 1879 (membro de l’ Académie natinale de pharmacie, membro de l’Académie Royale de médicine) , per la prima volta riuscirono a purificarne  la vitamina, a cui fu dato il nome di Amigdalina e in seguito di vitamina B17 . Gli studi condotti sulla B17 portarono, nel 1837, ad opera dei tedeschi  Justus von Liebig (1803 – 1873) e  Friedrich Wohler (1800- 1882), alla constatazione che una molecola poteva essere enzimaticamente degradata in uno ione cianuro (CN-), una molecola di benzaldeide e due di glucosio. Questa scoperta, unita alla constatazione della presenza della B17 in molti semi, fra cui quelli d’albicocca e le mandorle amare, apre, di fatto, lo studio della B17 sull’uomo e dopo soli otto anni vengono pubblicati i risultati ottenuti in patologia umana. 
Bisogna considerare che nel 1837 Samuel Morse (1791 – 1872) inventa il telegrafo ed il 24 maggio del 1844 si ha la prima trasmissione fra Washington e Baltimora, in altri termini gli scambi d’informazione erano assai difficoltosi e la divulgazione delle informazioni sperimentali altrettanto lenta. Per forza di cose deve essersi innescato uno studio retroattivo su tutte le indicazioni, che la letteratura forniva,  sull’uso di piante, semi, foglie, che potessero contenere la B17. Ai tempi, e per fortuna , non era radicata come oggi l’arroganza e la presunzione che porta a mettere in ridicolo antiche tradizioni quali l’uso di cure naturali, e nel 
1845 la gazzetta medica di Parigi (1845 n° 13 pag 577 – 582)(398 KB)  e nel 
1846  il giornale di chirurgia e oftalmologia tedesca (1846 n°35 da pag. 6 a pag. 28)(31,8 MB) 
vengono pubblicati i favorevoli risultati ottenuti dal  Dr Th. Inosemtzeff, professore presso l’Università Imperiale di Tutte le Russie    di Mosca. La terapia consistita in 46 grammi di Amigdalina somministrata in 3 mesi, era stata eseguita su una ventenne tumorale. Lo stesso medico riferisce che in quell’anno era ancora in vita una paziente trattata nel 1834 per cancro ovarico diffusamente metastatizzato, il che evidenzia  come il trattamento fosse ispirato ad esperienze del passato indipendenti dalla purificazione vitaminica avutasi 4 anni prima, nella totale ignoranza della scomposizione chimica dimostrata nel 1837. 
Per un centinaio di anni, che videro la fine dello stato Pontificio, la guerra austro prussiana, la prima guerra mondiale, la caduta degli Zar, la seconda guerra mondiale, la bomba atomica, della B17 non giungono segnalazioni eclatanti, fino a che, nel 1950 Ernst Theodore Krebs (1911 – 1996), dopo ebollizione, evaporazione in alcool  e decantazione della B17 ottiene dei cristalli, che denominerà laetrile, che   differiscono dalla B17 in quanto contenenti una molecola in meno di glucosio. Con l’uso di tale preparato iniziano le segnalazioni di efficacia nella cura del cancro ad opera di diversi medici  che  mettono per iscritto metodi e risultati dei quali non si intende qui riferire, essendo segnalate di seguito pubblicazioni ed autori che ognuno potrà leggere, traendone le conclusioni che riterrà opportune. Ricordiamo fra loro: … 

 Dr Kanematsu Sugiura 1890 - 1979 – ricercatore capo Sloan-Kattering’s laboratory (USA) 

Dr Dean Burk – 1904 - 1988 - direttore sez. citochimica Istituto Nazionale Ricerca Cancro (USA) 

Dr Francisco Ernesto  Contreras  1915 - 2003 (Dismantling cancer) 

Dr Philip Binzel (Aliwe & Well) 
 

Dr Hans Alfred Nieper 1928 – 1988 – direttore dipartimento medicina Sibers ee Hospital Hannover 

Dr N. R. Bouziane - direttore laboratori ricerca St. Jeanne Hospital Montreal 

Dr Manuel D. Navarro   ….. - 1992      – professore università di Manila 

Dr Giuseppe Nacci  1964  (1000 piante….) (4,6 MB) 

Vi è da chiedersi che cosa spinga questi uomini, che sono nelle condizioni di avere una vita agiata, a finire nei tribunali , avere danni economici essere derisi , espulsi dall’ordine dei medici . E’ forse la bramosia del denaro ? la notorietà,   il potere? 
Ritornando alla vitamina B17, Krebs scoprì che il composto reagisce all’enzima Beta-glucosidasi: quest’ultimo è caratteristico di molti tumori, ed è praticamente assente nelle cellule sane; in tale reazione, l’enzima scinde l’innocua vitamina B17 in due potenti veleni: ioni-Cianuro e Benzaldeide, quest’ultimo un potente analgesico. 
Queste due sostanze, prodotte in piccole quantità dalle stesse cellule tumorali, si combinano fra loro all’interno stesso delle cellule tumorali, producendo un composto tossico che uccide la cellula stessa in una sorta di pseudo-apoptosi. 
Piccole quantità di questo veleno possono risultare quindi ancora attive, dopo la morte della cellula tumorale, e passare in circolo, essendo il tumore, generalmente, ben vascolarizzato in periferia. Viceversa, le cellule sane contengono un altro enzima, la Rodanese, il quale è presente nelle cellule in quantità inversamente proporzionale alla Beta-glucosidasi; se la B17 entra in contatto con le cellule sane, la Rodanese neutralizza gli ioni-Cianuro e ossida la Benzaldeide. I due prodotti di derivazione così ottenuti, il Tiocianato e l’acido benzoico, sono invece addirittura benefici per il nutrimento delle cellule sane; l’eventuale eccesso di tali prodotti secondari viene eliminato per via urinaria. 
In tal modo la vitamina b 17 o il suo derivato laetrile esercitano un’azione selettiva  verso le cellule tumorali, ricche di beta glucosidasi,   risparmiando le cellule sane che sono povere di glucosidasi e ricche di rodanese. Mentre la vitamina B17 è presente in natura e non è brevettabile, il laetrile  e’ un prodotto della lavorazione della b17 e si presenta come una polvere biancastra. Contro il laetrile si sviluppò un’intensa campagna mossa da interessi economici e venne in talune nazioni messo al bando. Da ultimo si riferiscono le testuali osservazioni del Dr Dean Burk: “Quando aggiungiamo laetrile ad una cultura di cancro, al microscopio, premesso che sia presente anche l’enzima glucosidase, possiamo osservare le cellule cancerose che muoiono come le mosche”