Vit B17 o Amigdalina
La vitamina B17 o Amigdalina, identificata nella prima metà del
1800, si trova in diversa percentuale in tutti i semi della frutta, eccezion
fatta per gli agrumi, e sotto questa veste alimentare abbiamo notizia del
suo uso terapeutico fin dall’antichità.
Le prime informazioni, che risalgono a circa 5000 anni or sono,
sono da ricondursi all’Imperatore Cinese Shen Nung o Shennong
vissuto forse fra il 2838 e il 2698 A,c. , riconosciuto padre della
fitoterapia cinese, al quale viene attribuito il trattato medico Ts’ao
ching, nel quale raccomandava l’uso terapeutico di semi di albicocca (armelline).
Abbiamo indicazioni all’uso delle mandorle amare da parte di Plinio
il Vecchio, vissuto dal 23 al 79 D.C nel suo scritto Naturalis Historia,
libro 18esimo a pag. 75 (85,8
MB)
Cento anni più tardi Galeno di Pergamo 129 - 199
D.C. cita il ruolo medicamentoso delle mandorle amare nel “De composizione
medicamentorum secuundum locus” (22,2
MB)
Marcellus Empiricus, quarto, quinto secolo D.C. nel suo “Liber de medicamentis”,
indica in piu occasioni l’uso terapeutico delle mandorle (20,8
MB)
Avicenna , 980-1037 D.C. , nel suo “Canonis medicinae” cita più
volte le proprietà terapeutiche delle mandorle usate sotto forma
di olio. (59,5
MB)
Nel 1830 i due scienziati francesi, Pier Jean Robiquet 1780 –
1840 (138
KB) e Antoine Francois Boutron Charlard 1796 – 1879 (membro de l’
Académie natinale de pharmacie, membro de l’Académie Royale
de médicine) , per la prima volta riuscirono a purificarne
la vitamina, a cui fu dato il nome di Amigdalina e in seguito di vitamina
B17 . Gli studi condotti sulla B17 portarono, nel 1837, ad opera dei tedeschi
Justus von Liebig (1803 – 1873) e Friedrich Wohler (1800- 1882),
alla constatazione che una molecola poteva essere enzimaticamente degradata
in uno ione cianuro (CN-), una molecola di benzaldeide e due di glucosio.
Questa scoperta, unita alla constatazione della presenza della B17 in molti
semi, fra cui quelli d’albicocca e le mandorle amare, apre, di fatto, lo
studio della B17 sull’uomo e dopo soli otto anni vengono pubblicati i risultati
ottenuti in patologia umana.
Bisogna considerare che nel 1837 Samuel Morse (1791 – 1872) inventa
il telegrafo ed il 24 maggio del 1844 si ha la prima trasmissione fra Washington
e Baltimora, in altri termini gli scambi d’informazione erano assai difficoltosi
e la divulgazione delle informazioni sperimentali altrettanto lenta. Per
forza di cose deve essersi innescato uno studio retroattivo su tutte le
indicazioni, che la letteratura forniva, sull’uso di piante, semi,
foglie, che potessero contenere la B17. Ai tempi, e per fortuna , non era
radicata come oggi l’arroganza e la presunzione che porta a mettere in
ridicolo antiche tradizioni quali l’uso di cure naturali, e nel
1845 la gazzetta medica di Parigi (1845 n° 13 pag 577 – 582)(398
KB) e nel
1846 il giornale di chirurgia e oftalmologia tedesca (1846 n°35
da pag. 6 a pag. 28)(31,8
MB)
vengono pubblicati i favorevoli risultati ottenuti dal Dr Th.
Inosemtzeff, professore presso l’Università Imperiale di Tutte le
Russie di Mosca. La terapia consistita in 46 grammi di
Amigdalina somministrata in 3 mesi, era stata eseguita su una ventenne
tumorale. Lo stesso medico riferisce che in quell’anno era ancora in vita
una paziente trattata nel 1834 per cancro ovarico diffusamente metastatizzato,
il che evidenzia come il trattamento fosse ispirato ad esperienze
del passato indipendenti dalla purificazione vitaminica avutasi 4 anni
prima, nella totale ignoranza della scomposizione chimica dimostrata nel
1837.
Per un centinaio di anni, che videro la fine dello stato Pontificio,
la guerra austro prussiana, la prima guerra mondiale, la caduta degli Zar,
la seconda guerra mondiale, la bomba atomica, della B17 non giungono segnalazioni
eclatanti, fino a che, nel 1950 Ernst Theodore Krebs (1911 – 1996), dopo
ebollizione, evaporazione in alcool e decantazione della B17 ottiene
dei cristalli, che denominerà laetrile, che differiscono
dalla B17 in quanto contenenti una molecola in meno di glucosio. Con l’uso
di tale preparato iniziano le segnalazioni di efficacia nella cura del
cancro ad opera di diversi medici che mettono per iscritto
metodi e risultati dei quali non si intende qui riferire, essendo segnalate
di seguito pubblicazioni ed autori che ognuno potrà leggere, traendone
le conclusioni che riterrà opportune. Ricordiamo fra loro: …
Dr Kanematsu Sugiura 1890 - 1979 – ricercatore capo Sloan-Kattering’s
laboratory (USA)
Dr Dean Burk – 1904 - 1988 - direttore sez. citochimica Istituto Nazionale
Ricerca Cancro (USA)
Dr Francisco Ernesto Contreras 1915 - 2003 (Dismantling
cancer)
Dr Philip Binzel (Aliwe & Well)
Dr Hans Alfred Nieper 1928 – 1988 – direttore dipartimento medicina
Sibers ee Hospital Hannover
Dr N. R. Bouziane - direttore laboratori ricerca St. Jeanne Hospital
Montreal
Dr Manuel D. Navarro ….. - 1992
– professore università di Manila
Dr Giuseppe Nacci 1964 (1000 piante….) (4,6
MB)
Vi è da chiedersi che cosa spinga questi uomini, che sono nelle
condizioni di avere una vita agiata, a finire nei tribunali , avere danni
economici essere derisi , espulsi dall’ordine dei medici . E’ forse la
bramosia del denaro ? la notorietà, il potere?
Ritornando alla vitamina B17, Krebs scoprì che il composto reagisce
all’enzima Beta-glucosidasi: quest’ultimo è caratteristico di molti
tumori, ed è praticamente assente nelle cellule sane; in tale reazione,
l’enzima scinde l’innocua vitamina B17 in due potenti veleni: ioni-Cianuro
e Benzaldeide, quest’ultimo un potente analgesico.
Queste due sostanze, prodotte in piccole quantità dalle stesse
cellule tumorali, si combinano fra loro all’interno stesso delle cellule
tumorali, producendo un composto tossico che uccide la cellula stessa in
una sorta di pseudo-apoptosi.
Piccole quantità di questo veleno possono risultare quindi ancora
attive, dopo la morte della cellula tumorale, e passare in circolo, essendo
il tumore, generalmente, ben vascolarizzato in periferia. Viceversa, le
cellule sane contengono un altro enzima, la Rodanese, il quale è
presente nelle cellule in quantità inversamente proporzionale alla
Beta-glucosidasi; se la B17 entra in contatto con le cellule sane, la Rodanese
neutralizza gli ioni-Cianuro e ossida la Benzaldeide. I due prodotti di
derivazione così ottenuti, il Tiocianato e l’acido benzoico, sono
invece addirittura benefici per il nutrimento delle cellule sane; l’eventuale
eccesso di tali prodotti secondari viene eliminato per via urinaria.
In tal modo la vitamina b 17 o il suo derivato laetrile esercitano
un’azione selettiva verso le cellule tumorali, ricche di beta glucosidasi,
risparmiando le cellule sane che sono povere di glucosidasi e ricche di
rodanese. Mentre la vitamina B17 è presente in natura e non è
brevettabile, il laetrile e’ un prodotto della lavorazione della
b17 e si presenta come una polvere biancastra. Contro il laetrile si sviluppò
un’intensa campagna mossa da interessi economici e venne in talune nazioni
messo al bando. Da ultimo si riferiscono le testuali osservazioni del Dr
Dean Burk: “Quando aggiungiamo laetrile ad una cultura di cancro, al microscopio,
premesso che sia presente anche l’enzima glucosidase, possiamo osservare
le cellule cancerose che muoiono come le mosche” |